Lo studiolo di urbino.Lo studiolo di Urbino, fu voluto da Federico da Montefeltro per l’appartamento ducale del Palazzo Ducale di Urbino. Esemplare del gusto fastoso della corte urbinate di Federico venne realizzato tra il 1473 e il 1476, da artisti fiamminghi appositamente chiamati a corte dal Duca come Giusto di Gand e Pedro Berrugette. Con loro operarono vari artisti italiani, tra cui forse anche Melozzo da Forlì. Lo studiolo si trova al piano nobile del palazzo ed era lo studio privato del Duca.
Per lo Studiolo di Urbino si creò un luogo ritirato che fosse anche una celebrazione della figura di Federico, le cui vicende sono ricordate da alcune tarsie lignee. Piero della Francesca, Ritratto di Federico di Montefeltro, olio su tavola (84×66 cm), 1465-1472, Galleria degli Uffizi, Firenze |
Le tarsieLo studiolo era provvisto nella parte inferiore di tarsie lignee dove, dal basso verso l'alto si alternano:
- l'imitazione illusionistica di stalli su cui sono disposti strumenti musicali e altri oggetti; la perte posteriore di questi ripiani è composto da grate magistralmente eseguite, che imitano altresì sportelli alternatamente aperti o chiusi; - una fascia con fregi di vario genere; - l'alternanza di sportelli semiaperti -che rivelano armadi con oggetti- e di nicchie con statue. Le tarsie sono attribuite a vari autori: i disegni dovettero essere di Sandro Botticelli, Francesco di Giorgio Martini e il giovane Donato Bramante, mentre l'esecuzione fu di Giuliano da Maiano e Baccio Pontelli: Le tarsie eseguite da quest'ultimo si caratterizzano per le complesse costruzioni prospettiche e la presenza di solidi platonici, che creano uno scambio continuo tra realtà e finzione, dilatando lo spazio esiguo dello studiolo. Le finte architetture che dividono i vari scomparti servono anche ad attenuare le irregolarità della stanza. Gli oggetti rappresentati entro gli armadi alludono ai simboli delle arti, come anche alle virtù, come la mazza della Fortezza, o la spada della Giustizia. Benedetto da maiano (attr.) tarsia dallo studiolo di Federico da Montefeltro (1470-1480 ca.), Urbino, Palazzo Ducale |
La fascia superiore dello studiolo era decorata da un fregio disposto su due registri con 28 ritratti di Uomini illustri del passato e del presente, opera di Giusto di Gand e Pedro Berruguete (1473-1476 ca), oggi divisi tra il Museo del Louvre e la Galleria Nazionale delle Marche. I personaggi ritratti erano sia civili che ecclesiastici, tanto cristiani come pagani. Il punto di vista leggermente ribassato rendeva monumentali le figure mentre lo sfondo unificato creava l'effetto di una galleria reale.
Nella parete nord si trovavano pensatori antichi e Dottori della Chiesa mentre, nella parete est vi sono scrittori e filosofi antichi e medievali ma anche personaggi dell'Antico Testamento. La parete sud mostrava eruditi antichi e moderni e personalità religiose mentre la parete ovest era occupata per metà dalla finestra e per metà da quattro ritratti di filosofi e scrittori di età medievale, con l'eccezione del medico antico Ippocrate. Lo studiolo, presente un ritratto di Federico, sviluppa un'atmosfera di solitudine pensosa, che con l'etica e la contemplazione dava nutrimento all'agire. Giusto di Gand, Aristotele, tempera all'uovo e olio su tavola (116,2×71,1 cm), (1473-1476), Louvre, Parigi |